Partita IVA per Blogger: Come Aprirla e Quanto Costa

Vuoi aprire una partita iva per Blogger perché hai deciso di trasformare la tua passione in un lavoro? In questa guida potrai scoprire come farlo passo dopo passo, inoltre troverai tutte le info che devi conoscere sull’inquadramento fiscale migliore per la tua attività sul web.

Iniziamo!

Che cos’è e perché può servirti una partita IVA per Blogger

Se hai deciso di voler mettere a frutto il lavoro sul tuo blog, aprire una partita iva può essere un’ottima idea per iniziare a guadagnare e dare il via a una nuova carriera da libero professionista, oppure per aprire un’azienda.

Per prima cosa è necessario aver chiaro che cos’è una partita IVA: si tratta di un codice di 11 numeri che serve a identificare la tua attività agli occhi dell’Agenzia delle entrate.

Per semplificare possiamo dire che è un po’ come se fosse il codice fiscale del tuo lavoro, nel caso in cui tu sia un libero professionista, un lavoratore autonomo oppure il titolare di un’azienda.

C’è un motivo per cui i numeri che compongono la Partita IVA sono proprio 11 ed è il seguente:

  • le prime 7 cifre si riferiscono al titolare dell’attività e servono per consentire all’Agenzia delle Entrate di individuare la tua persona giuridica (nel caso di aziende) o fisica (nel caso di lavoratori autonomi o liberi professionisti);
  • le 3 cifre seguenti corrispondono al codice identificativo dell’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate che assegna la Partita IVA;
  • l’ultimo numero ha una semplice funzione di controllo.

La partita IVA dunque serve agli occhi dello Stato per inviduarti come contribuente ed è necessaria per poter operare come libero professionista, lavoratore autonomo o azienda.

Se possiedi o vuoi lanciare un blog, senza però trarne alcun profitto, non è necessario aprire la partita IVA.

Se invece pensi di poterne ricavare guadagni consistenti e che potrebbe anche diventare il tuo lavoro, allora aprire una partita iva per Blogger è una scelta obbligata.

Perché è necessaria in questo caso? Il motivo è semplice: burocrazia. Se tramite il tuo sito internet vuoi proporre dei servizi, collaborare con dei brand, fare affiliazioni o vendere prodotti tramite ecommerce, dovrai emettere e incassare delle fatture e per poterlo fare devi proprio possedere una Partita IVA.

Se vuoi lavorare con il tuo blog adesso andremo però più nello specifico, cercando di capire chi può aprire una partita IVA e cosa ti conviene scegliere tra regime ordinario o forfettario.

Chi può aprire una Partita IVA?

In Italia per aprire la Partita IVA per blog non servono particolari requisiti, ad eccezione della maggiore età: chiunque può avviare un’attività come titolare, sia che si tratti di libera professione, sia di artigianato o di un business commerciale, purché non vi siano delle limitazioni specifiche (es. qualifiche, titoli di studio, ecc.).

Prendiamo ad esempio la professione di dentista o il mestiere di estetista: in entrambi i casi non basta aprire la Partita IVA, poiché il legislatore ha stabilito dei criteri appositi per accedere a queste attività (ovvero, rispettivamente, Laurea Magistrale in Odontoiatria ed abilitazione professionale o qualifica di estetista).

Esistono però numerose attività “ad accesso libero”, vuoi perché non ancora regolamentate, vuoi perché poco diffuse sul territorio, come ad esempio il mestiere del blogger, per cui non servono né titoli obbligatori, né esperienza dimostrabile.

Se hai un sito internet e vuoi aprire una partita IVA, per emettere e incassare fatture, puoi farlo quando vuoi, ma prima devi aver chiaro quale regime fiscale è il migliore per te.

La scelta tra regime ordinario e forfettario per blogger

Nel momento in cui si apre la Partita IVA per blogger, è necessario indicare a quale regime fiscale ci si vuole assoggettare, scegliendo tra il regime ordinario e il regime forfettario.

Attenzione però: solamente le persone fisiche - liberi professionisti ed imprese individuali - possono avvalersi del regime forfettario, mentre le altre forme giuridiche (società, associazioni, cooperative, ecc.) confluiscono nel regime ordinario semplificato.

Scegliere il regime forfettario per un blogger è, senza dubbio alcuno, una mossa intelligente: la tassazione applicata è molto più abbordabile, in quanto incentrata su un’unica imposta sostitutiva con aliquota al 15% sul reddito imponibile (di contro, le aliquote Irpef partono dal 23% per i redditi compresi nel primo “scaglione”, ossia da zero a 15.000 euro, fino ad arrivare al 43% per i redditi superiori a 75.000 euro).

E non è mica tutto! Chi possiede sia i requisiti per accedere al forfettario, sia quelli specifici per l’aliquota “start-up”, può godere di una tassazione ancora più soft: dal primo al quinto anno di attività, infatti, l’aliquota si riduce addirittura fino al 5%!

Gli altri 3 grandi vantaggi per le partite IVA a regime forfettario da tenere in considerazione sono i seguenti:

  • la franchigia IVA, dunque non si addebita l’IVA in fattura ai propri clienti, anche se non si può detrarre l'IVA sugli acquisti;
  • l’assenza di contabilità;
  • una mole inferiore di obblighi fiscali e burocratici.

Più avanti vedremo nel dettaglio come funziona questo regime e come si calcolano reddito ed imposte.

Come aprire la partita IVA per blogger: la procedura passo dopo passo

La procedura per aprire Partita IVA per blogger può seguire due “strade” percorribili:

  • aprire partita IVA come libero professionista o lavoratore autonomo,
  • aprire la partita IVA come ditta individuale.

Vediamo insieme le differenze

Come aprire la partita IVA per blog da libero professionista o lavoratore autonomo

Per aprire la partita IVA per blog da libero professionista o lavoratore autonomo devi scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate il Modello AA9/12, compilarlo e trasmetterlo telematicamente sempre all’Agenzia delle Entrate.

Poiché siamo nell’ambito del regime forfettario, prima della compilazione del Modello AA9/12 c'è un campo molto importante che merita un approfondimento: devi scegliere quale Codice ATECO vuoi utilizzare.

Si tratta di un codice che serve per classificare e identificare l’attività economica svolta come partita Iva, infatti Ateco è l’abbreviazione di Attività Economica.

Per aprire la partita IVA per Blogger, come detto sopra, hai due possibilità consigliate:

  • Codice ATECO 749099, iscrivibile in Gestione Separata Inps, inquadramento valido per blog che non fa sponsorizzazioni,
  • Codice ATECO 731102, iscrivibile in Gestione Commercianti Inps, valido per blog che fa sponsorizzazioni.

Purtroppo non esiste un Codice ATECO apposito per la professione di blogger, ma i due sopraindicati sono quelli più adatti per il tipo di attività lavorativa svolta attraverso un sito internet.

In entrambi i casi, comunque, è preferibile poter contare sull’aiuto di un professionista, per limitare al minimo il rischio di commettere eventuali errori, perché questa scelta è fondamentale per la tua professione e per il tipo di tassazione a cui sarai sottoposto.

Come aprire la partita IVA per blog da ditta individuale

Se vuoi aprire la partita IVA per blog da ditta individuale, allora sappi che la procedura, per te la procedura è un po’ più complessa, infatti, devi ricorrere alla pratica ComUnica, che assolve alle seguenti funzioni:

  • Apertura Partita IVA;
  • Costituzione ditta individuale ed iscrizione al Registro Imprese;
  • Iscrizione alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS;
  • Iscrizione INAIL (se prevista).

Aprire Partita IVA per blogger online: ecco come fare in modo semplice

Tanto nel primo quanto nel secondo caso, aprire Partita IVA per blogger da soli è possibile, ma assolutamente sconsigliato. Il motivo? Chi non ha familiarità con l’ambito fiscale può commettere facilmente qualche svista, se non addirittura gravi errori, finendo per ricevere sanzioni piuttosto salate e mettendo a repentaglio il futuro dell’attività.

Dunque, che fare?

Come vedremo in seguito, una soluzione soluzione accessibile a tutti è quella di aprire la Partita IVA online. In tal modo, infatti, si accorciano i tempi di attesa e, cosa ancora più importante, si può risparmiare fino al 100% della spesa iniziale!

Quanto costa aprire una Partita IVA per blogger?

Eh già, parliamo di costi! Una delle questioni più importanti che tocca affrontare, quando arriva il momento di aprire la Partita IVA, riguarda proprio il lato economico.

Dunque, quanto costa l’attivazione di una Partita IVA? Ebbene, la risposta ti sorprenderà: aprire la Partita IVA è un’operazione a costo zero!

Analizziamo nuovamente le procedure previste per i due diversi casi presentati in precedenza.

Quanto costa aprire Partita IVA per blog da libero professionista?

Riprendendo quanto detto in precedenza, la procedura per avviare un’attività libero-professionale legato al tuo blog è davvero molto semplice, inoltre non richiede spese particolari, fatta eccezione per il compenso del professionista.

Solitamente, infatti, l’assistenza di un commercialista per l’apertura di una Partita IVA costa dai 300-400 euro a salire.

Quanto costa aprire Partita IVA per blog da ditta individuale?

Le spese di attivazione in questo caso aumentano, poiché aprire Partita IVA per blog da ditta individuale richiede una pratica e una documentazione più complessa, ovvero la ComUnica, che si utilizza nel caso delle attività artigianali e commerciali.

Nonostante l’apertura della Partita IVA sia sempre gratuita, per le ditte individuali bisogna considerare un costo “extra” di circa 100 euro per l’iscrizione al Registro Imprese presso la Camera di Commercio. Questa cifra comprende:

  • 44 euro per il diritto camerale annuale (da ripetere una volta ogni anno);
  • 18 euro per i diritti di segreteria;
  • 17,50 euro per l’imposta di bollo.

Se, tuttavia, desideri rivolgerti ad un commercialista per farti assistere nella predisposizione della ComUnica - e, ove richiesto, della SCIA - allora devi preventivare un importo decisamente più elevato.

Per l’apertura di una ditta individuale, infatti, le tariffe partono da un minimo di 500-600 euro e, a seconda dell’area geografica, possono addirittura sforare la quota di 1.000 euro.

Quanto costa mantenere la Partita IVA per un blog o sito internet?

Le spese di mantenimento di una Partita IVA derivano in prevalenza da:

  1. Tasse
  2. Contributi previdenziali
  3. Spese per l’assistenza fiscale

Le imposte, per molti aspiranti professionisti o imprenditori, sono la fonte di preoccupazione numero uno. Eppure, in realtà, hanno un peso decisamente più ridotto di quanto si possa credere: chi si avvale del regime forfettario, ad esempio, versa soltanto il 15% (o, in alcuni casi, il 5%) del proprio reddito imponibile.

A sua volta, il reddito imponibile si ottiene:

  1. moltiplicando il fatturato incassato per il coefficiente di redditività relativo al proprio Codice ATECO (es. 78% per la maggioranza delle professioni, 67% per le attività artigianali, 40% per i commercianti e per il settore della ristorazione, 62% per gli agenti di commercio, ecc.);
  2. sottraendo, da questo risultato parziale (detto “reddito lordo”), l’importo dei contributi previdenziali versati nello stesso periodo d’imposta.

I contributi, invece, dipendono dal tipo di attività svolta e, quindi, dalla Cassa di Previdenza alla quale si fa riferimento. I professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS - vedi, ad esempio, tutte le nuove figure nate sul web come il blogger - versano annualmente il 25,98% del reddito lordo.

La terza “porzione” di spese riguarda l’assistenza fiscale, ossia l’aiuto - concreto e, a nostro parere, indispensabile - di un professionista per il corretto disbrigo degli adempimenti annuali. Su quest’ultimo aspetto, però, ci soffermeremo più avanti, quando affronteremo il tema della “scelta” tra studi fisici e consulenti telematici.

Adempimenti e obblighi fiscali per la Partita IVA

Pagare imposte e contributi è solo uno dei molteplici obblighi cui sono sottoposte le Partite IVA. Sia chi adotta il regime ordinario semplificato, sia i cosiddetti “forfettari” devono, tra le altre cose, dichiarare annualmente il proprio fatturato e compiere le operazioni necessarie per determinare, a partire da questo, il reddito imponibile.

Altre incombenze, per i contribuenti assoggettati al regime ordinario semplificato, sono quelle inerenti all’IVA, all’invio dello spesometro, alla tenuta della contabilità.

Obbligatoria per tutti, invece, è la presentazione del Modello Intrastat, se tra i committenti ci sono aziende e/o professionisti residenti in un Paese UE, così come, per medici, farmacisti, infermieri, ecc., la comunicazione al Sistema Tessera Sanitaria.

Infine vi è la questione della fatturazione elettronica: il Consiglio UE ha approvato la richiesta dello Stato Italiano di estendere l’obbligo di fattura elettronica anche a chi aderisce al regime forfettario.

La decisione è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Europea, L 454 del 17 dicembre 2021, dunque è verosimile che verrà emanata ed entrerà in vigore, probabilmente già nel corso del 2022, una norma ad hoc che definisca anche la data di entrata in vigore della fatturazione elettronica per il regime forfettario.

La gestione della contabilità

La gestione della contabilità è uno degli aspetti più complicati del regime ordinario semplificato: tra la tenuta dei registri IVA e del registro dei beni ammortizzabili, vi è una bella mole di lavoro extra che si aggiunge ai già numerosi impegni di professionisti, artigiani e commercianti.

Diversa è la situazione per i forfettari, poiché non devono registrare le fatture in entrata e uscita, ma solo conservarle ed ordinarle con numerazione progressiva, cosa ancora più semplice da fare con l’ausilio della fatturazione elettronica.

Quando serve il commercialista e quali sono le alternative?

Come abbiamo visto, aprire una Partita IVA per blog e, in seguito, gestirla equivale a dover svolgere una grande quantità di adempimenti: è chiaro, quindi, che pensare di sobbarcarsi l’intero sforzo, nella pratica, è fuori discussione. Serve, insomma, l’aiuto di una figura esperta, competente, in grado di consigliare e, soprattutto, di fiducia.

Se stai pensando ad un commercialista, sei sulla strada giusta.

Tuttavia, non tutti i freelance o i neo-imprenditori dispongono di un budget sufficiente per coprire le spese dell’assistenza fiscale “tradizionale”.

Bisogna, quindi, cercare un’alternativa. Dove? Facile: sul web!

Negli ultimi anni, infatti, sono nati servizi come Fiscozen, capaci di soddisfare tutte le esigenze di professionisti e imprese individuali, garantendo una gestione impeccabile della Partita IVA, ma ad un prezzo decisamente più easy e competitivo.

L’abbonamento annuale, per i forfettari, è di 299 euro + IVA, mentre nel regime ordinario semplificato è di 799 euro + IVA, con apertura della Partita IVA e prima consulenza telefonica comprese gratuitamente per le attività professionali.

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Scritto da

Duccio

Duccio Armenise

Corsidia Founder

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