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I corsi per comprendere in cosa consiste il disturbo da stress post traumatico e come curarlo con la terapia EMDR

Chi non lo ha provato non può neanche lontanamente immaginare cos'è!

E all’improvviso il mondo intorno a te scompare  e ti senti come una lumaca chiusa nel suo guscio e persa chissà dove.

Angoscia e panico ti attanagliano lo stomaco. Rannicchiato sul divano tremi come una foglia anche se è il mese di luglio. Al mattino lo specchio ti  rimanda l’immagine di due occhi smarriti, spaventati, e il viso, segnato da mesi di sofferenza, è stravolto come dopo una lotta furiosa. Ti senti un automa che va avanti per inerzia e ti chiedi: 

- Qual è la reazione normale a una disgrazia come questa? 

Certo non quella che ti fa stare male tanto da non riuscire più a vivere pienamente la tua vita; non quella che ti fa sentire prigioniero e vittima della situazione. Una reazione normale dovrebbe lasciarti libero di riflettere razionalmente sul da farsi, per salvare il salvabile, nonostante tutto quello che hai dovuto subire. Una reazione normale non dovrebbe solo farti soffrire, ma dovrebbe permetterti di chiamare a raccolta tutte le forze fisiche e psichiche per riuscire a ritrovare la salute e l’equilibrio mentale.

Il peggio è la notte, con niente da fare se non aspettare il mattino. Le notti in cui non vorresti mai andare a dormire, perché sai che il tuo sonno sarà popolato da incubi. E i risvegli precoci con la paura di scivolare nel buco nero della depressione. E allora pensi che un buon bicchiere di vino potrebbe rilassarti e un goccio di Brandy potrebbe aiutarti a dormire e perché non provare anche con un sorso di grappa?

Di giorno cerchi di tenere occupata la mente il più possibile, cerchi di stancarti il più possibile. Non parli più con nessuno di quello che ti è capitato e di quello che provi perché gli altri cambiano discorso, non vogliono starti a sentire e, in ogni caso, non possono capirti, né aiutarti. Cerchi di evitare qualsiasi cosa che ti porti a ricordare. Ma è impossibile non ricordare perché i ricordi ti assalgono comunque e non ti lasciano mai, mentre cerchi di farti una ragione per quel che ti è successo.  

Piccole dimenticanze, poi vere e proprie amnesie. Non ricordi di aver fatto quella cosa, non ricordi dove hai messo il tale oggetto, non ricordi le date importanti, non ricordi i tuoi impegni. Arrivi tardi sul lavoro e devi fare uno sforzo sovrumano per concentrarti su quello che stai facendo e portare a termine i tuoi compiti, in qualche modo. Non riesci più a operare alcuna scelta: di fronte alla necessità di scegliere tra più alternative, non riesci a prendere nessuna decisione, hai troppa paura di sbagliare. Non hai più fiducia nelle tue capacità di giudizio. Torni a casa stremato e non riesci a  occuparti di altro. 

Non solo le energie sono prosciugate, ma anche i sentimenti. Ti accorgi con orrore di non amare più il tuoi famigliari anzi, di più, di non provare più affetto per nessuno, neanche per te stesso

Tutto quello che prima aveva un’enorme importanza per te, ora ti sembra senza senso. E’ come se qualcuno avesse spento la luce condannandoti a vivere nella penombra. Il passato ti è nemico e non vedi nessun futuro e allora ti sorprendi a pensare a come fare per mettere fine a questa non vita.   

Un minimo contrattempo ti può scatenare una rabbia incontenibile, allo stesso modo di come un accadimento grave ti può lasciare del tutto indifferente.  Vedi pericoli in agguato a ogni angolo,  i viaggi in macchina diventano un incubo perché non fai altro che pensare all’incidente che ti potrebbe capitare. 

E poi il senso di colpa per non essere stato capace di evitare che tutto questo accadesse, per non essere capace di venirne fuori, per il fatto di far soffrire anche i tuoi famigliari, per gli anni persi a lasciarti divorare dalla sofferenza, per i soldi spesi in cure lunghe e costose quanto inefficaci.

E non riconosci più il tuo corpo, ci stai talmente male dentro, che vorresti poterne schizzare fuori. Ti senti un automa che va avanti per inerzia. E' la corazza che ti tiene in piedi, ma dentro è il caos.

Nessuno ha tempo per te, sono tutti indaffarati nelle loro attività. Gli amici che ti erano stati vicini nel divertimento, si allontanano, tu smetti di cercarli. I parenti ti dicono di scuoterti, che non sei l’unico a cui è successo: “Devi curarti”. E, per la prima volta in vita tua, ti ritrovi seduto davanti a uno psicologo comportamentalista che ti dice: “Faccia finta di stare bene e faccia tutto come avrebbe fatto, se non fosse successo niente.”  E impari a fingere di stare bene per non far star male gli altri. Quando ti stanchi di fingere, cambi e ti ritrovi a leggere il tuo dramma nelle macchie di Rorschach e negli occhi di un altro psicologo. E intanto la tua vita va a pezzi, quello che hai costruito e a cui hai dedicato anni di impegno ti frana attorno. E’ una lotta impari. Ci vuole un immenso coraggio per andare avanti: alzarsi al mattino, lavarsi, vestirsi, uscire di casa, lavorare, ascoltare gli altri, sforzarsi di interessarsi a cose che ti sembrano stupide, tornare a casa e aver solo voglia di buttarsi nel letto fino al giorno dopo. Forse è meglio provare con uno psichiatra. Impari cos’è la dissociazione, in cosa consiste il transfert e intanto, in nome dell’Alleanza Terapeutica, sviluppi una dipendenza dal tuo Analista. Stai bene solo perché sai che lui è disposto ad ascoltarti, la tua vita diventa un intervallo da vivere tra un incontro e l’altro.  Dopo qualche anno gli chiedi: “Dove stiamo andando? Qual è il progetto?” e ti senti rispondere: “Non c’è nessun progetto, Lei viene qui e parliamo.” 

Poi un giorno, insisti, e hai finalmente la diagnosi: “Lei soffre di un disturbo da stress post traumatico”. Ora almeno hai qualcosa da cui partire e ti metti alla ricerca di uno specialista che ti possa aiutare a ritrovare il te stesso che ricordi di essere stato e che hai perso.

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